Finalmente è uscito The Martian, uno dei film più attesi dell’anno, così atteso da aver incassato, in un solo weekend, 55 milioni di dollari.
The Martian, tratto dal libro “L’uomo di Marte”, ha come protagonista un astronauta della NASA, Mark Watney (interpretato da Matt Damon) che, in seguito ad una tempesta di sabbia su Marte, rimane separato dal suo equipaggio, il quale ha tempestivamente abbandonato il pianeta per ritornare sulla Terra.
Le scorte rimaste su Marte, ovviamente, non sono sufficienti per garantire una lunga sopravvivenza dell’astronauta ma, grazie al suo spiccato ingegno e al suo istinto di sopravvivenza, Mark riesce a creare una coltivazione di patate capace di mantenerlo in vita fino alla prossima missione della NASA su Marte, prevista quattro anni dopo.
Nel frattempo, la Nasa scopre che Mark, creduto da tutti morto, è ancora vivo; tenteranno il tutto per tutto per trarlo in salvo.
Il protagonista riesce a sdrammatizzare ogni difficoltà, rendendo la pellicola inaspettatamente divertente e piacevole da guardare nonostante il plot palesemente drammatico.
La lunga durata del film (141 minuti) fa si che lo spettatore accompagni il protagonista nelle sue avventure (e disavventure), rendendo verosimile e realistica la storia. Tuttavia, molte scene non portano ad una svolta della storia, ma sono fini a loro stesse e appesantiscono un po’ la visione del film. Insomma, in alcune scene arriva ad essere noioso: una persona va al cinema per gustarsi una storia di un povero astronauta abbandonato su Marte e tutto ciò che vede sono 100 minuti di scene sulle Terra. Grazie mille.
Purtroppo la storia perde verosimilità nella parte finale del film, ma non posso spoilerare, non sono una così cattiva persona. L’unico consiglio che posso darvi è: andate a vedere The Martian solo con l’intento di passare due ore piacevoli – a tratti soporifere -, ma non con l’intenzione di vedere un bestseller movie.
“La salvezza è a soli 225 milioni di chilometri di distanza.”
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