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Anche nei videogame esiste “l’effetto placebo”

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Un recente studio pubblicato da New Scientist, ha rivelato che i gamer si appassionano e percepiscono sensazioni diverse se il videogioco propone nuove features, pur non essendo del tutto “sincere”.
Il professor Paul Cairns, che ha condotto la ricerca in questione, ha scelto come oggetto per l’esperimento Don’t Starve.
Suddivisi in due gruppi, ai primi giocatori è stato riferito che la mappa si sarebbe generata randomicamente, mentre al secondo gruppo è stato fatto credere che l’intelligenza artificiale si sarebbe adattata allo stile di gioco di ogni videogiocatore modificando quindi la mappa di consegenza.
Finite le due sessioni di gioco, è stato consegnato un questionario ad entrambi i gruppi che hanno valutato migliore la seconda opzione, ovvero l’IA adattiva.

Ovviamente, il gioco era lo stesso per entrambi i gruppi, ma l’idea di avere un’IA adattiva si è rivelata più interessante ai videogiocatori, che l’hanno percepito quindi molto più coinvolgente. Si parla quindi di un “effetto placebo” anche per il nostro mondo, non solo in quello medico.

Sicuramente uno studio molto interessante, che però va solo a “confermare” quello che tutti pensavamo. Molte volte bastano solo delle belle parole per svoltare l’aspettativa su un videogioco!

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Autore

Appassionato di informatica, videogiochi, anime e manga (anche se non eccessivamente di quest' ultima categoria). Ho appena intrapreso gli studi per diventare un informatico e spero prima o poi di programmare un videogioco

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