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Pensieri di un videogiocatore: “Giornalismo”

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Vi è mai capitato di leggere una recensione o un articolo su un videogioco scritta da un giornalista?
Avete fiducia in quello che scrive?
Ed ora una domanda che mi frulla spesso per la testa, è possibile rimanere obiettivi e sinceri parlando di un videogioco?

Con questa premessa credo che si possa capire l’argomento che voglio trattare,
recensioni/giornalismo/obiettività.
Ultimamente molti hanno deciso di voler portare avanti la loro passione sui videogiochi iniziando a scrivere recensioni, ma quante si posso definire esatte od obiettive?
Nel mondo videoludico (o meglio la versione 2.0) tutti si sentono in diritto di poter dare i loro pareri su qualsiasi cosa, molte volte tralasciando l’essere obiettivi, “es.: il gioco X è una merda (ricordatevi questa frase, vi servirà più avanti) perché ha questo e/o gli manca quello.” Fino a qui potrebbe sembrare una cosa normale, ma fermiamoci a scomporre ed analizzare meglio questa frase:

  • “Il gioco x”: di solito si parla del gioco del momento quello che tutti giocano e tutti odiano.
  • “È una merda”: usato spesso per dimostrare quanto si odi un videogioco.
  • “Perché ha questo e/o gli manca quello”: questo è il centro della frase anzi della recensione dove si elencano i vari pregi e difetti di un videogioco.

Ora che abbiamo scomposto ed analizzato la frase/recensione, dobbiamo capire cosa ha portato a dare quel giudizio. Qui entriamo nel secondo punto che vorrei analizzare l’obiettività.
Oramai si sente di come alcune Software House paghino giornalisti e recensori per parlare bene di un gioco o magari di quelle persone che sono talmente attaccate ad un gioco da far finta che tutti i difetti (anche gravi) non esistano (alcune volte cercando addirittura scuse per difenderli) e delle persone che parlano di un gioco solo per sentito dire, senza averlo mai effettivamente giocato.
Adesso vi starete chiedendo, quindi non possiamo fidarci di nessuno?
Diciamo si e no. Perché non tutti la pensano ugualmente su un videogioco, prendiamo ad esempio The Elder Scrolls V: Skyrim, adesso immaginate di trovarvi tre mini-recensioni:

  • Skyrim capolavoro videoludico: la trama ti prende fin dal inizio e ti porta a visitare il mondo.
    L’ambientazione è curata fin nei minimi dettagli.
  • Skyrim è un ottimo gioco: la trama è ben scritta anche se in alcuni punti sfiora il banale ed il prevedibile. L’ambientazione è godibile ed abbastanza immersiva. Varieremo da paesaggi montani mozzafiato fino a delle fittissime foreste piene di trappole. Il gioco presenta vari bug e glitch che potrebbero compromettere il gameplay.
  • Skyrim un gioco che è meglio evitare. Trama scontata e noiosa, l’ambientazione è spoglia e camminando raramente troveremo qualcosa di interessante. Ci sono bug ovunque che lo rendono impossibile da giocare.

Nello scrivere una recensione, come visto non si può separare l’obiettività dai gusti personali od anche da idee date da altri. Il problema dell’internet 2.0 è proprio questo: basta avere un minimo di “popolarità” e saremo automaticamente giustificati per ogni cosa.
Ricordate la frase di prima che vi avevo detto di ricordare? Ecco quello è uno di quei casi: saremo in grado di creare odio generale contro un qualsiasi gioco che non ci piace. Molti diranno che “quel gioco è una merda” senza averlo mai giocato, solo perché i loro recensori preferiti glielo hanno detto (dando anche motivazioni) anche se spesso le persone vedono e sentono solo quello che gli fa comodo.
Nessuno e tutti hanno ragione quando si parla di recensioni, se un gioco ci piace tanto non bisogna difenderlo a tutti i costi e se invece al contrario ci ha fatto schifo tutto dobbiamo cercare di dividere quello che non ci è piaciuto da quello che effettivamente è sbagliato.

E poi non facciamo tutti la stessa cosa?

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Autore

Videogiocatore per passione,da sempre non si fa problemi a dire quello che pensa su questo vasto mondo,cercando di strappare qualche risata e facendo riflettere

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