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Videogiochi violenti, la bufera innescata da Striscia la notizia

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Ieri, venerdì 23 gennaio 2015, Striscia la notizia ha mandato in onda un servizio che, come potete dedurre dal titolo di questo articolo, ci riguarda molto da vicino.

Il servizio condotto da Max Laudadio denuncia apertamente l’inesistenza di una regolamentazione che possa vietare ai negozianti di vendere videogiochi vietati ai minori.

Come molti videogiocatori sanno, esiste una classificazione chiamata Pan-European Game Information o meglio conosciuta come PEGI, che “aiuta i genitori europei a prendere decisioni informate sull’acquisto di videogiochi” (cit. dal sito ufficiale www.pegi.info).
La classificazione PEGI non vieta ai negozianti la vendita di videogiochi a minori di 3, 10, 16 o 18 anni, ma offre unicamente un’indicazione dei contenuti del videogioco affinché i genitori stessi possano valutarne l’acquisto.

Torniamo al servizio di Striscia la notizia.
All’inizio del servizio viene fatto presente come i videogiochi si siano evoluti arrivando ad emulare il più possibile la realtà del giorni nostri.
Il videogioco preso come esempio (guarda caso…) è Grand Theft Auto V, ultimo capitolo della fortunata saga prodotta da Rockstar Games e famoso per l’alto livello di violenza e contenuti per adulti.
Vengono descritte le azioni violente che il giocatore può compiere all’interno del gioco e viene menzionato il rischio di condizionamento a cui può essere soggetto un bambino che gioca a questo genere di videogames.

La seconda parte del servizio è dedicata ai negozianti, Laudadio punta il dito su chi “pur di guadagnare 100€ non si fa scrupoli a vendere ad un minorenne un videogioco violento”. Una ragazza inviata da Striscia si finge minorenne e con una telecamera nascosta acquista un videogioco vietato ai minori.

La mancanza di regole che gestiscano la vendita di videogiochi violenti è abbastanza evidente, una innegabile verità che viene però fatta ricadere sui negozianti, assetati di denaro senza scrupoli.

L’esagerazione del servizio denota una chiara incapacità da parte degli autori di focalizzarsi su ciò che è davvero importante, i genitori. Come detto in precedenza è sufficiente visitare il sito ufficiale di PEGI per rendersi conto a chi è rivolta tale classificazione.

Purtroppo Striscia la notizia questa volta ha voluto lanciarsi su un argomento nuovo (per loro), cercando di fomentare gli animi dei genitori con vecchie paure e prendendo i negozianti come capro espiatorio. Il vero problema è la mancanza di un reale divieto, problema discusso nell’ultima parte del servizio con l’On. Franca Biondelli (Sottosegretario del Ministero del lavoro e delle politiche sociali), la quale ha confermato la mancanza di una norma che tuteli i minorenni.

Che dire, le critiche non sono mai mancate in merito a questo argomento, è un peccato però che non sia mai stato fatto un paragone con altri contenuti mediatici, come ad esempio diversi film estremamente violenti o il servizio successivo di Striscia dove compariva Nina Morić con il seno al vento.
Quando in tv viene trasmesso un film con il classico bollino rosso la visione da parte dei bambini è a discrezione dei genitori, lo stesso dovrebbe essere per i videogiochi.
Se vostro figlio (minorenne) acquista e gioca ad un videogame vietato c’è solo una domanda che bisogna farsi: i genitori dove sono?

Link: Guarda il servizio di Striscia la notizia

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Autore

Programmatore, fan di Evangelion, videogiocatore dall'età di 6 anni, appassionato di anime e manga. Se questo non dovesse bastare...buttiamoci in mezzo anche un po' di Star Wars e nerdate simili.

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